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Neuralterapia

​Introduzione: comprendere la Neuralterapia in modo chiaro e secondo le evidenze

La Neuralterapia, nota anche come terapia neurale secondo Huneke, è una tecnica medica che si basa sull'iniezione di piccole quantità di anestetico locale a bassa concentrazione, come la Procaina o la Lidocaina, in punti specifici del corpo. È fondamentale comprendere fin da subito un aspetto che potrebbe generare confusione: sebbene si utilizzi un "anestetico", l'obiettivo primario non è quello di "addormentare" temporaneamente una parte del corpo per eliminare il dolore, come avviene in un intervento odontoiatrico o chirurgico. L'effetto analgesico immediato è secondario e di breve durata. Lo scopo principale della Neuralterapia è sfruttare le proprietà bio-elettriche e regolatrici di queste sostanze per stimolare i meccanismi di auto-guarigione e riequilibrio dell'organismo, con l'obiettivo di ottenere benefici duraturi che superano ampiamente il tempo di permanenza del farmaco nel corpo.  

Questa pratica si configura come una "terapia di regolazione". Il suo fondamento teorico risiede nell'azione sul Sistema Nervoso Autonomo (SNA), conosciuto anche come sistema neurovegetativo. L'SNA è la sofisticata "centralina di controllo" che gestisce tutte le funzioni involontarie del nostro corpo: dal battito cardiaco alla digestione, dalla pressione sanguigna alla risposta immunitaria e infiammatoria. Secondo i principi della Neuralterapia, molte patologie croniche, in particolare le sindromi dolorose, sono associate a uno squilibrio funzionale di questo sistema. La terapia mira a "resettare" questi circuiti disfunzionali per ripristinare un corretto equilibrio operativo.  

Le origini della Neuralterapia risalgono alla Germania degli anni '20 del secolo scorso, grazie alle intuizioni dei fratelli medici Ferdinand e Walter Huneke. Essi scoprirono in modo quasi casuale che l'iniezione di un anestetico locale in un determinato punto del corpo poteva risolvere istantaneamente un problema sintomatico in un'area completamente diversa e distante. Questa osservazione li portò a sviluppare un sistema diagnostico e terapeutico basato sull'interconnessione di tutto l'organismo attraverso la rete del sistema nervoso.  

È cruciale sottolineare che la Neuralterapia è un atto di esclusiva competenza medica. La sua pratica richiede una diagnosi medica accurata, una profonda conoscenza dell'anatomia umana, della fisiologia del sistema nervoso e delle tecniche infiltrative. 

 

Il meccanismo d'azione: come funziona la Neuralterapia?

Per comprendere come agisce la Neuralterapia, è necessario esplorare tre concetti chiave: il ruolo del Sistema Nervoso Autonomo, l'ipotesi del "campo di disturbo" e l'azione dell'anestetico locale a livello cellulare e sistemico. 

 

Il ruolo chiave del Sistema Nervoso Autonomo (SNA)

Il Sistema Nervoso Autonomo è il nostro pilota automatico. È suddiviso in due branche principali con funzioni opposte ma complementari: il sistema simpatico, che gestisce le reazioni di "attacco o fuga" (aumenta la frequenza cardiaca, la pressione, la vigilanza), e il sistema parasimpatico, che presiede alle funzioni di "riposo e digestione" (rallenta il battito, favorisce il recupero e la rigenerazione). In condizioni di salute, questi due sistemi lavorano in un equilibrio dinamico. Tuttavia, stress cronico, traumi fisici, interventi chirurgici, infezioni o infiammazioni persistenti possono creare uno squilibrio, con una prevalenza del sistema simpatico. Questa condizione di "dis-autonomia" è oggi riconosciuta come un fattore importante nell'insorgenza e nel mantenimento di numerose patologie, inclusi il dolore cronico, i disturbi funzionali e le malattie infiammatorie. La Neuralterapia si propone di agire come un modulatore di questo sistema, aiutandolo a ritrovare il suo equilibrio fisiologico.  

 

Il concetto di "Campo di Disturbo" (Störfeld)

Il concetto di "campo di disturbo" (in tedesco, Störfeld) è il pilastro teorico su cui si fonda la pratica della Neuralterapia. Sebbene sia un'ipotesi di lavoro e non un costrutto universalmente accettato dalla medicina convenzionale, esso fornisce il modello operativo che guida il medico neuralterapeuta nella diagnosi e nel trattamento. Un campo di disturbo è un'area di tessuto che, a seguito di un trauma o di un'infiammazione, rimane in uno stato di irritazione cronica subclinica, anche a distanza di anni dall'evento scatenante. Esempi comuni di potenziali campi di disturbo includono:  

  • Cicatrici (da interventi chirurgici, ferite, ustioni, vaccinazioni)  

  • Focolai infiammatori cronici (tonsilliti recidivanti, sinusiti croniche)  

  • Problemi odontoiatrici (denti devitalizzati, granulomi, cisti)  

  • Tessuti traumatizzati (fratture consolidate, contusioni profonde)  

Questo tessuto cronicamente irritato si comporta come un "sensore difettoso" in una rete complessa: invia costantemente segnali elettrici anomali e di basso livello al Sistema Nervoso Autonomo. Il SNA, bombardato da questi impulsi patologici, può entrare in uno stato di squilibrio permanente, che a sua volta può generare sintomi (come dolore, infiammazione o disfunzioni d'organo) in aree del corpo anche molto lontane dal campo di disturbo originale. Questo spiega il "fenomeno a distanza" osservato dai fratelli Huneke, come nel celebre caso di una cicatrice sulla gamba che, una volta trattata, risolse un dolore cronico alla spalla refrattario a ogni altra cura.  

 

L'azione a livello Cellulare e Sistemico

L'iniezione di anestetico locale nel campo di disturbo o in altri punti specifici del sistema nervoso agisce a più livelli per interrompere questo circolo vizioso.

  • Ripolarizzazione della Membrana Cellulare: A livello microscopico, le cellule nervose e tissutali all'interno di un campo di disturbo presentano un potenziale elettrico di membrana alterato. In condizioni normali, una cellula a riposo ha una carica negativa all'interno e positiva all'esterno (un potenziale di circa -70 mV). Le cellule cronicamente irritate sono "depolarizzate", cioè hanno un potenziale meno negativo, che le rende instabili e iper-eccitabili, portandole a emettere continuamente segnali anomali. L'anestetico locale, grazie alla sua azione sui canali ionici della membrana, ha la capacità di "iperpolarizzare" temporaneamente la cellula, riportandola a un potenziale di riposo stabile. Questo "reset" elettrico interrompe l'emissione di impulsi patologici, permettendo alla cellula e al tessuto circostante di recuperare la propria funzione fisiologica.  

  • Effetti a Cascata sul Sistema: L'interruzione del segnale anomalo a livello locale innesca una serie di reazioni benefiche a catena in tutto l'organismo, mediate dal riequilibrio del SNA:

    • Neuromodulazione: Il "silenzio elettrico" ottenuto nel campo di disturbo permette al sistema nervoso centrale di interrompere i circuiti di mantenimento del dolore cronico. Si ipotizza che questo meccanismo sia alla base dei benefici a lungo termine osservati in studi su pazienti con dolore refrattario.  

    • Effetti Vascolari: La Neuralterapia induce una vasodilatazione locale e riflessa, migliorando il microcircolo, l'apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti e facilitando la rimozione delle sostanze di scarto infiammatorie.  

    • Effetti Anti-infiammatori: L'anestetico locale ha dimostrato di poter ridurre il rilascio locale di mediatori pro-infiammatori come prostaglandine e citochine, contribuendo a spegnere l'infiammazione cronica di basso grado.  

    • Stimolazione Endorfinica: L'infiltrazione in specifici punti può stimolare il sistema nervoso a produrre endorfine, gli antidolorifici naturali del nostro corpo, contribuendo a un innalzamento della soglia del dolore.  

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Indicazioni terapeutiche: quando può essere utile la Neuralterapia?

La Neuralterapia viene utilizzata per un'ampia gamma di condizioni, in particolare quelle in cui si sospetta una componente di disregolazione del Sistema Nervoso Autonomo. È importante ricordare che l'indicazione al trattamento deve essere sempre posta da un medico dopo un'attenta valutazione clinica del singolo paziente. Di seguito sono elencate le principali aree di applicazione.

 

Sindromi dolorose croniche e neuropatiche

Questa è l'area di maggiore applicazione e dove si concentrano le evidenze più significative.

  • Cefalee ed Emicranie: Trattamento di varie forme di mal di testa, incluse le emicranie resistenti ad altre terapie.  

  • Nevralgie: Dolore derivante da un'irritazione nervosa, come la nevralgia del trigemino, la nevralgia post-erpetica (fuoco di Sant'Antonio) e altre nevralgie facciali o periferiche.  

  • Fibromialgia: Una sindrome complessa caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, affaticamento e disturbi del sonno, in cui la disregolazione del sistema nervoso gioca un ruolo centrale.  

  • Dolore Vertebrale Cronico: Lombalgia, cervicalgia, dorsalgia e sciatalgia, specialmente quando non rispondono ai trattamenti convenzionali.  

 

Patologie Osteoarticolari e Muscolari

  • Artrosi e Artriti: Può essere utilizzata per gestire la componente infiammatoria e dolorosa di patologie articolari degenerative e infiammatorie.  

  • Tendiniti e sindromi dasSovraccarico: Infiammazioni tendinee come l'epicondilite ("gomito del tennista"), le tendiniti della spalla (cuffia dei rotatori) e altre tendinopatie.  

  • Contratture Muscolari e Trigger Point: Trattamento di aree muscolari cronicamente contratte e dolorose.

  • Dolori Post-Traumatici: Dolore persistente a seguito di infortuni sportivi, incidenti o traumi di varia natura.  

 

Trattamento delle Cicatrici

Le cicatrici, specialmente se dolorose, retratte, aderenti o cheloidee, sono considerate potenziali campi di disturbo primari. Il loro trattamento è un punto centrale della Neuralterapia, sia per risolvere problemi locali sia per affrontare sintomi a distanza.  

 

Disturbi Funzionali con componente Neurovegetativa

  • Disturbi dell'Orecchio Interno: Vertigini, acufeni (tinnito) e sindrome di Ménière, condizioni spesso legate a una disfunzione neuro-vascolare.  

  • Disturbi Circolatori Periferici: Come la sindrome di Raynaud o le arteriopatie non operabili, dove può migliorare la perfusione tissutale.  

  • Patologie Cutanee e Allergiche: In alcuni casi selezionati, può essere un coadiuvante nel trattamento di psoriasi, eczemi, rinite allergica e asma, agendo sulla componente neuro-infiammatoria.  

  • Disturbi Ginecologici e Gastrointestinali: Dismenorrea (dolore mestruale), vulvodinia, sindrome del colon irritabile, reflusso gastroesofageo, dove una componente di disregolazione neurovegetativa è spesso presente.  

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Lo stato dell'Evidenza Scientifica: cosa dice la Ricerca?

Valutare l'efficacia della Neuralterapia richiede un approccio onesto e trasparente, che riconosca sia gli studi che ne suggeriscono i benefici, sia i limiti dell'attuale panorama della ricerca. È fondamentale per il paziente comprendere che, nel campo della medicina, "mancanza di prove definitive" non equivale necessariamente a "prova di inefficacia", ma indica spesso la necessità di studi più ampi e rigorosi.

 

Evidenze a Sostegno

Esiste un corpus di letteratura scientifica, composto principalmente da studi osservazionali, case report e alcuni studi clinici randomizzati (RCT), che fornisce evidenze a supporto dell'uso della Neuralterapia in specifiche condizioni.

  • Uno degli studi più significativi è una serie di casi pubblicata su BMC Complementary and Alternative Medicine nel 2015, che ha seguito per un anno 280 pazienti affetti da dolore cronico severo e refrattario a tutte le terapie convenzionali. I risultati sono stati incoraggianti: a un anno di distanza, quasi il 60% dei pazienti ha riportato un miglioramento "notevole" (45%) o una completa risoluzione del dolore (14.6%). Inoltre, il 74.1% dei pazienti che assumeva farmaci analgesici prima del trattamento ha potuto ridurne o interromperne completamente l'assunzione. Lo studio non ha riportato effetti avversi significativi.  

  • Per quanto riguarda il dolore lombare cronico, una delle condizioni più diffuse e invalidanti, alcuni RCT hanno mostrato risultati positivi. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Spine nel 2021 ha confrontato la Neuralterapia con una singola iniezione su un trigger point in pazienti resistenti ai trattamenti conservativi. Il gruppo trattato con un ciclo di Neuralterapia ha mostrato una riduzione del dolore e della disabilità significativamente maggiore a 3 e 6 mesi di follow-up, suggerendo un beneficio a lungo termine. Un altro studio comparativo ha evidenziato come la Neuralterapia, in pazienti con lombalgia cronica, abbia portato a miglioramenti superiori rispetto alla fisioterapia per alcuni parametri legati alla disabilità e alla qualità della vita.  

  • In ambito muscoloscheletrico, uno studio retrospettivo del 2022 ha valutato l'efficacia della Neuralterapia in pazienti con tendinite del sovraspinato (una comune causa di dolore alla spalla), riscontrando una riduzione statisticamente significativa del dolore e un miglioramento della mobilità articolare dopo il trattamento.  

 

Limiti dell'Evidenza e Prospettiva Critica

Nonostante questi risultati promettenti, è doveroso riconoscere che la Neuralterapia non è ancora entrata a far parte delle linee guida terapeutiche internazionali per la maggior parte delle patologie. Diverse organizzazioni sanitarie e compagnie assicurative, specialmente nel mondo anglosassone, la considerano ancora una pratica "sperimentale" o "investigational". Le ragioni di questa cautela sono principalmente metodologiche:  

  • Carenza di grandi studi controllati: Mancano ancora studi clinici randomizzati (RCT) su larga scala, considerati il "gold standard" per la validazione di una terapia. Molte delle evidenze disponibili provengono da studi con un numero limitato di partecipanti.  

  • La sfida del Placebo: Progettare uno studio in "doppio cieco" per la Neuralterapia è estremamente complesso. È difficile creare un placebo credibile: un'iniezione con soluzione salina, per esempio, non è completamente inerte (l'ago stesso ha un effetto) e il paziente potrebbe percepire la differenza rispetto all'anestetico. Questa difficoltà metodologica rende più arduo distinguere l'effetto specifico della terapia dall'effetto placebo.  

  • Critiche al modello teorico: Il concetto di "campo di disturbo", pur essendo clinicamente utile per i praticanti, è stato criticato da alcuni settori della comunità scientifica come "pseudoscientifico" a causa della difficoltà nel misurarlo e validarlo con gli strumenti della biomedicina convenzionale.  

  • Mancanza di Revisioni Sistematiche: Le più importanti banche dati di revisioni sistematiche, come la Cochrane Library, non hanno ancora prodotto valutazioni complete e specifiche sulla Neuralterapia per molte delle sue indicazioni. Le revisioni esistenti su terapie affini, come la TENS (stimolazione elettrica nervosa transcutanea), spesso concludono che le evidenze sono di "bassa" o "molto bassa" qualità, sottolineando la necessità generale di una ricerca più rigorosa nel campo delle terapie non farmacologiche per il dolore.  

 

Una Nota di Chiarezza: Neuralterapia vs. Mobilizzazione Neurale

È importante non confondere la Neuralterapia, che è una terapia medica iniettiva basata sull'uso di anestetici locali, con la Mobilizzazione Neurale (o neurodinamica). Quest'ultima è una tecnica di terapia manuale, eseguita principalmente da fisioterapisti, che utilizza movimenti e posizionamenti specifici per migliorare la mobilità dei nervi periferici e dei tessuti circostanti. Sebbene entrambe le terapie agiscano sul sistema nervoso, sono interventi completamente diversi, con meccanismi d'azione e basi di evidenza scientifica distinte.  

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In conclusione, il quadro attuale suggerisce che la Neuralterapia sia un'opzione terapeutica promettente, supportata da decenni di esperienza clinica e da un numero crescente di studi scientifici, specialmente nel trattamento del dolore cronico che non risponde ad altre cure. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche di alta qualità per definirne con precisione l'efficacia, chiarire ulteriormente i meccanismi d'azione e consolidare il suo ruolo all'interno della medicina moderna.  

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Sicurezza, Controindicazioni ed Effetti Collaterali

La Neuralterapia, quando eseguita da un medico esperto in un ambiente appropriato, è considerata una procedura sicura e ben tollerata. Tuttavia, come per qualsiasi atto medico, esistono specifiche controindicazioni da rispettare e possibili effetti collaterali di cui il paziente deve essere a conoscenza per poter esprimere un consenso pienamente informato.

 

Controindicazioni Assolute

Queste sono condizioni in cui la Neuralterapia non deve essere eseguita:

  • Allergia nota agli anestetici locali: Una storia di reazione allergica accertata alla Procaina, alla Lidocaina o ad altri anestetici locali del gruppo degli esteri o delle amidi. Si tratta di un'eventualità molto rara.  

  • Gravi disturbi della conduzione cardiaca: Pazienti con blocco atrio-ventricolare (BAV) di secondo o terzo grado o con bradicardia severa (frequenza cardiaca molto bassa), in quanto gli anestetici locali possono influenzare la conduzione elettrica del cuore.  

  • Miastenia Gravis: Una malattia autoimmune che causa debolezza muscolare e che può essere peggiorata dagli anestetici locali.  

  • Grave insufficienza renale o epatica: Poiché fegato e reni sono responsabili del metabolismo e dell'eliminazione del farmaco, una loro grave compromissione potrebbe portare a un accumulo tossico.  

 

Precauzioni e Controindicazioni Relative

Queste sono situazioni che non escludono a priori il trattamento, ma che richiedono un'attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio da parte del medico:

  • Terapia anticoagulante o disturbi della coagulazione: L'uso di farmaci anticoagulanti ("fluidificanti del sangue") o la presenza di malattie come l'emofilia aumentano il rischio di sanguinamento ed ematomi nei siti di iniezione. In questi casi, si possono preferire tecniche più superficiali.  

  • Gravidanza: Sebbene non ci siano prove definitive di dannosità, per principio di precauzione la Neuralterapia è generalmente sconsigliata durante la gravidanza.  

  • Infezioni cutanee attive: Non si devono eseguire iniezioni attraverso aree di pelle con infezioni in corso (es. cellulite, herpes attivo) per evitare la diffusione dell'infezione.  

  • Gravi disturbi psichiatrici: In pazienti con patologie psichiatriche gravi e non compensate, la terapia potrebbe innescare reazioni emotive difficili da gestire.  

 

Effetti Collaterali e Rischi

Gli effetti collaterali sono generalmente lievi, transitori e legati all'atto dell'iniezione stessa.

  • Comuni e Lievi:

    • Dolore o bruciore momentaneo nel sito di iniezione.  

    • Formazione di un piccolo ematoma (livido).  

    • Sensazione transitoria di vertigine, stordimento o leggero calo di pressione (reazione vaso-vagale), che si risolve in pochi minuti rimanendo sdraiati.  

    • Senso di stanchezza o calore al volto subito dopo la seduta.  

  • Rari:

    • Reazione allergica: Le vere reazioni allergiche sistemiche (anafilassi) agli anestetici locali moderni sono estremamente rare, ma rappresentano un'emergenza medica.  

    • Infezione: Come per qualsiasi procedura che prevede l'uso di aghi, esiste un rischio minimo di infezione.  

    • Danni a strutture anatomiche: Iniezioni profonde potrebbero teoricamente danneggiare nervi, vasi sanguigni o organi. Il rischio più noto, seppur raro, è lo pneumotorace (collasso del polmone) in caso di iniezioni profonde nella parete toracica. Affidarsi a un medico con una solida preparazione anatomica e una comprovata esperienza in Neuralterapia è la migliore garanzia per minimizzare questi rischi.  

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Cosa Aspettarsi da un Percorso di Neuralterapia

Intraprendere un percorso di Neuralterapia è un'esperienza che si differenzia da molte altre terapie per il dolore. Non si tratta di una semplice somministrazione di un farmaco, ma di un processo diagnostico e terapeutico altamente personalizzato.

 

La Prima Visita: Un'Indagine Approfondita

La prima visita è il momento più importante dell'intero percorso. Il medico non si limiterà a esaminare l'area dolente, ma condurrà un'anamnesi completa, agendo quasi come un "detective" alla ricerca di indizi nella storia clinica del paziente. Verranno poste domande dettagliate non solo sui sintomi attuali, ma anche su:

  • Interventi chirurgici passati: Anche quelli avvenuti decenni prima (appendicectomia, tonsillectomia, cesareo, ecc.). 

  • Traumi fisici: Incidenti, cadute, fratture, ferite profonde.  

  • Storia odontoiatrica: Denti devitalizzati, estrazioni, impianti, granulomi.  

  • Malattie e infezioni pregresse: Sinusiti, otiti, bronchiti croniche o altre infiammazioni ricorrenti.  

  • Traumi emotivi significativi.

 

L'obiettivo di questa indagine è identificare i potenziali "campi di disturbo" che potrebbero essere la causa o un fattore di mantenimento del problema attuale. Seguirà un esame obiettivo completo per valutare la postura, la mobilità e per ricercare punti dolorosi o alterazioni tissutali.  

 

Il Trattamento: Tecniche Personalizzate

Sulla base della diagnosi, il medico stabilirà una strategia terapeutica. Le tecniche più comunemente utilizzate sono:

  • Terapia Segmentale con "Ponfi": Consiste in piccole iniezioni superficiali intradermiche (che creano un piccolo rigonfiamento simile a una puntura di zanzara, detto "ponfo" o "quaddel") nella cute della zona corrispondente all'organo o al segmento spinale sofferente (dermatoma). Questa tecnica agisce a livello riflesso sul sistema neurovegetativo.  

  • Infiltrazione di Campi di Disturbo: Iniezione mirata dell'anestetico locale direttamente all'interno o attorno a una cicatrice, un focolaio cronico o un'altra area identificata come campo di disturbo.  

  • Infiltrazione di Trigger Point: Trattamento di noduli dolorosi e contratti all'interno delle fasce muscolari. In casi selezionati e da parte di medici particolarmente esperti, possono essere utilizzate tecniche più complesse e profonde, come l'infiltrazione di gangli nervosi del sistema simpatico, di plessi nervosi o di articolazioni.  

 

Il Ciclo Terapeutico: Un Percorso, non una Soluzione Istantanea

È importante capire che la Neuralterapia è raramente una terapia "one-shot". Si tratta di un percorso che richiede solitamente un ciclo di sedute. La frequenza e il numero totale dei trattamenti sono strettamente individuali e dipendono dalla cronicità della patologia, dalla reattività del paziente e dalla risposta alle prime sedute. Un protocollo comune può prevedere un ciclo iniziale di 3-6 sedute a cadenza settimanale, per poi diradare gli incontri in base al miglioramento ottenuto. L'obiettivo è fornire stimoli ripetuti che aiutino il sistema nervoso a "reimparare" un modello di funzionamento corretto e a mantenerlo nel tempo.  

 

Le Possibili Risposte al Trattamento

Le reazioni alla Neuralterapia possono essere molto variabili da persona a persona e anche da una seduta all'altra nello stesso individuo. È utile conoscere lo spettro delle possibili risposte per gestire correttamente le proprie aspettative:

  • Miglioramento Immediato: In alcuni casi, specialmente quando si riesce a trattare con precisione il campo di disturbo principale, si può assistere a un sollievo rapido e quasi "miracoloso" dai sintomi. Questo è il cosiddetto "fenomeno del secondo" descritto da Huneke. È un evento possibile, ma non rappresenta la norma.  

  • Miglioramento Graduale: È la risposta più comune. Il paziente nota un progressivo miglioramento del dolore, della funzione e del benessere generale nel corso delle sedute. Il beneficio di una seduta si somma a quello della precedente.  

  • Nessun Cambiamento Significativo: È possibile che la terapia non porti ai risultati sperati. Questo può dipendere da una diagnosi non corretta del campo di disturbo, dalla presenza di ostacoli alla guarigione (es. carenze nutrizionali, stress cronico) o semplicemente dal fatto che la patologia non è responsiva a questo tipo di approccio.

  • Peggioramento Temporaneo: Come già menzionato, un breve e transitorio aggravamento dei sintomi dopo la seduta non è necessariamente un segno negativo, ma può indicare una forte reazione di riorganizzazione del sistema che spesso precede un miglioramento sostanziale.  

 

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Bibliografia Scientifica di Riferimento

La stesura di questa pagina informativa si basa sull'analisi della letteratura scientifica specialistica. Di seguito è riportata una selezione di pubblicazioni rilevanti che forniscono le basi di evidenza per i concetti discussi.

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  1. Fischer, L., Pfister, M., Ludin, S. M., & Lareida, K. (2015). Long-term results of therapeutic local anesthesia (neural therapy) in 280 referred refractory chronic pain patients. BMC Complementary and Alternative Medicine, 15, 200.  

  2. Yılmaz, E., DoÄŸan, Åž. K., & Yılmaz, H. (2021). The Determination of the Efficacy of Neural Therapy in Conservative Treatment-resistant Patients with Chronic Low Back Pain. Spine, 46(14), E752–E759.  

  3. Atalay, N. S., Sivas, F. A., DıraçoÄŸlu, D., Aksoy, C., & AydoÄŸan, R. (2013). Comparison of the effectiveness of neural therapy and physical therapy in chronic low back pain. Journal of Back and Musculoskeletal Rehabilitation, 26(3), 305–310.  

  4. Kidd, R. F. (1999). Neural therapy: a review of the therapeutic use of local anesthetics. Acupuncture in Medicine, 17(2), 108-115.  

  5. Weinschenk, S. (2012). Neural therapy-A review of the therapeutic use of local anesthetics. Acupuncture and Related Therapies, 1(1), 5–9.  

  6. Egli, M. A., Pfister, M., Ludin, S. M., & Fischer, L. (2022). Efficacy of neural therapy in patients with supraspinatus tendinitis: A retrospective study. Medicine, 101(15), e29002.  

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